06/02/2019

Apnee nel sonno e cervello: non solo ictus

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Le apnee nel sonno sono tra i fattori di rischio più importanti per ictus cerebrale ed il rischio è direttamente proporzionale alla gravità della sindrome delle apnee nel sonno (OSAS). I pazienti OSAS hanno più spesso ipertensione, che può essere anche solo notturna e/o farmacoresistente, hanno una maggiore coagulabilità del sangue, aterosclerosi, stress ossidativo vascolare, diabete, tutti fattori che sono responsabili di una maggiore incidenza di eventi acuti quale ictus cerbrale, ma anche dell’infarto del miocardio. Studi su ampie popolazioni hanno evidenziato che la gravità dell’OSAS correla non solo con la comparsa di eventi vascolari acuti, ma anche con gli indici di mortalità a distanza. Inoltre la presenza di apnee nel sonno in pazienti con ictus cerebrale in fase acuta hanno una prognosi peggiore, sarebbe quindi necessario anche in questi casi riconoscere e trattare la concomitante presenza di apnee nel sonno per favorire una migliore prognosi. Oltre che essere un importante fattore di rischio per eventi acuti, le apnee nel sonno sono anche responsabili di un cattivo funzionamento del nostro cervello e di danni cronici. Basti dire tra i sintomi diurni dell’OSAS abbiamo eccessiva sonnolenza, deficit di concentrazione, deficit di attenzione e di memoria, disturbi dell’umore. Vari studi hanno inoltre dimostrato come i pazienti con OSAS debbono attivare più aree cerebrali per svolgere la stessa prestazione rispetto ad un soggetto normale, avviene cioè una iperattivazione compensatoria. Oltre i disturbi funzionali, le apnee nel sonno, causando una riduzione dell’ossigenazione del sangue ed una frammentazione del sonno, sono anche responsabili di danni strutturali cerebrali cronici. I ricercatori hanno evidenziato una riduzione sia delle cellule che delle guaine mieliniche soprattutto in aree, quali il lobo frontale e l’ippocampo, coinvolte nei processi di controllo emozionale e nella memoria. Il trattamento di questi pazienti ha comunque dimostrato non solo un miglioramento delle prestazioni, ma anche un recupero strutturale delle aree danneggiate.

Se attualmente sono meglio note le conseguenze delle apnee nel sonno per il nostro cervello, sappiamo anche che sono un fattore di rischio modificabile: abbiamo gli strumenti opportuni per effettuare la diagnosi, abbiamo varie opzioni terapeutiche. L’importante è non sottovalutare il problema.



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